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26 April 2024

Cosa accadrebbe se ci trovassimo all’improvviso senza la Regina Elisabetta?

Cosa accadrebbe se ci trovassimo all’improvviso senza la Regina Elisabetta?

A Giulia.

“God Save our gracious Queen! Long live our noble Queen, God save the Queen!”. Così recitano i primi tre versi dell’Inno Nazionale del Regno Unito. Tranquilli, la Regina gode di ottima salute, e a settembre, la durata del suo regno supererà quello della regina Vittoria. Un traguardo certo storico; ma non dimentichiamo che la regina Elisabetta ha ormai 89 anni e, nonostante la Regina Madre se ne sia andata a 102 anni (e questo le fa ben sperare) il suo funerale, soprannominato “The bridge”, è stato pianificato già da tempo.

Incoronazione Elisabetta II

Per il Regno Unito la morte della sua regina sarebbe un salasso…

Come riporta il quotidiano la Stampa, quello della di lei dipartita  sarà un giorno triste, per i suoi devoti sudditi certamente, ma, non di meno, anche per le casse dello stato britannico. Una ricerca compiuta dal giornalista inglese Rob Price ha preso in considerazione una serie di accadimenti successivi alla morte della sovrana: la Borsa dovrebbe chiudere per un breve periodo, così come tutti gli uffici della City. Verrebbe proclamato un lutto nazionale per almeno 12 giorni, la BBC modificherà ovviamente i suoi palinsesti,  rinunciando a mandare in onda commedie e show, con una prevedibile perdita di fatturato pubblicitario. Solamente i due giorni di vacanza dal lavoro per il funerale e per l’incoronazione di Carlo (o di William? ops…) costeranno tra 1 e 5 miliardi di sterline per il Pil. Ci saranno poi i costi per le cerimonie, tutt’altro che indifferenti.

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Ma non è tutto: Bisognerà ovviamente cambiare tutte le effigi che la ritraggono, presenti nelle banconote e in tutte le monete, da sostituire con quelle del successore. Lo stesso per i francobolli. Tutto quello che oggi porta l’insegna personale reale “E II R”  (Elisabetta II Regina) dovrà essere sostituito, e non solo gli stendardi militari e le mille altre insegne…. gli inglesi, da bravi sudditi, la sigla l’hanno anche apposta su tutti gli elmetti della polizia e su tutte le cassette postali. Andranno cambiati anche tutti i passaporti, sui quali è riportata scritta la richiesta a “Sua Maestà” (Her Majesty) di lasciar passare il titolare del documento. Verrà anche modificato lo stesso Inno nazionale, da “God Save the Queen” a “God Save the King”. Cambierà anche l’aspetto di Trafalgar Square. Sul quarto pilastro, rimasto vuoto per 150 anni, verrà quasi sicuramente eretto un monumento in suo onore.

E II R

… E per non parlare della successione al trono.

Secondo l’ordine di successione dinastica al trono d’Inghilterra, a succedere ad Elisabetta sarà Carlo, ma sono in molti a sostenere che tra il principe del Galles e la madre ci sia un patto segreto per la rinuncia al trono in favore di William, secondo in linea di successione. Non è una novità: in passato frequenti tradimenti ai danni della compianta Diana e i numerosi strafalcioni gli avevano di fatto alienato il consenso dei sudditi, tanto che il passaggio di testimone al figlio maggiore sembrava un fatto assodato. Eppure negli ultimi anni ha saputo risollevarsi, adottando un basso profilo che gli ha consentito di evitare ulteriori attacchi da parte della stampa scandalistica; in questo sicuramente aiutato da Camilla, che, sicuramente non all’altezza di sostituire nell’immaginario collettivo l’immagine Diana, ha comunque dimostrato al popolo britannico di essere una degna componente della famiglia reale. E così non deve stupire se i sondaggi ci dicono che nonostante William e Kate mandino le folle in visibilio, i cittadini britannici preferirebbero vedere Carlo e Camilla nei panni di re e principessa consorte.

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A quanto riportato dal sito di Dagospia, Carlo starebbe già da due anni, informalmente, “co-reggendo” al trono: la prima apparizione congiunta madre-figlio, in una cerimonia di grande portata simbolica, è datata all’8 maggio del 2013, in occasione dell’inaugurazione dell’anno parlamentare che si tiene alla Camera dei Lord, dove era seduta sul podio in compagnia del figlio Carlo e di Camilla. Per l’occasione, lungo il tragitto tra palazzo reale e parlamento, Carlo e Camilla seguivano il corteo a bordo della Glass Coach, la carrozza reale per antonomasia. Non bastasse, nel novembre dello stesso anno, Carlo sostituì la Regina al summit dei paesi del Commonwealth, l’associazione delle ex-colonie britanniche, in Sri Lanka. “Una poltrona per due” secondo la stampa inglese, ma non sempre, come insegna la storia, un reggente diventa poi re per davvero.

E’ proprio il caso, insieme ai nostri amici inglesi, di fare nostri anche gli ultimi due versi della prima strofa dell’Inno Nazionale: “long to reign over us, God save the Queen!”

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