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19 March 2024

Dimissioni Eva Klotz: storia di una “pasionaria” e prospettive future per la Süd-Tiroler Freiheit.

Dimissioni Eva Klotz: storia di una “pasionaria” e prospettive future per la Süd-Tiroler Freiheit.

Dopo le dimissioni dal Consiglio Provinciale di Bolzano, rassegnate il 17 novembre scorso, ieri è stata l’ultima seduta al Landtag per Eva Klotz, storica leader del movimento indipendentista sudtirolese, da oltre 30 anni consigliera eletta attraverso diverse liste che avevano come denominatore comune il Selbstbestimmung, l’Autodeterminazione per la minoranza tedesca e ladina residente in Alto Adige.

Sud Tirol

Ufficialmente le dimissioni di Eva Klotz sono da attribuirsi, secondo quanto da lei stessa dichiarato, alle precarie condizioni di salute del marito, ma allo stesso tempo assicura: Resterò nel direttivo del partito e a combattere in prima linea per l’autodeterminazione.

E’ ovviamente necessaria una breve presentazione di questa figura carismatica che, poco conosciuta fuori dal contesto tirolese, rappresenta comunque un irrinunciabile pezzo di storia politica locale. Classe 1951, altoatesina di nascita, è figlia di Georg Klotz, personaggio di spicco del Befreiungsausschuss Südtirol (Fronte di liberazione del Sudtirolo), organizzazione terroristica che promuoveva, principalmente attraverso attentati dinamitardi, la secessione dall’Italia in favore di un ritorno all’Austria.

Referendum Sud Tirol

Eva Klotz inizia il suo cammino politico negli anni ’70 con la Heimatbund, anni ancora caldi della trattativa politica tra Provincia di Bolzano e governo centrale circa l’Autonomia, e nel contesto di sempre rinnovate vertenze internazionali con l’Austria,

Nel 1989, contribuisce a fondare, con alcuni dissidenti della linea moderata della SVP, l’Union für Südtirol, tra le cui fila verrà eletta fino al 2003. Il 2007 è l’anno della svolta: in contestazione con alcuni dirigenti, abbandona il partito da lei stessa fondato e lancia un nuovo soggetto politico, la Süd-Tiroler Freiheit, che fagociterà gran parte dell’elettorato indipendentista danneggiando principalmente l’ Union für Südtirol. Alle elezioni provinciali del 2008 ottiene così un discreto 4.9% con oltre 14 mila voti, mentre alla successiva tornata del 2013 conosce un margine di crescita per certi versi inaspettato, arrivando al 7.2% con circa 20mila voti e attestandosi come quarta forza della Provincia.

Eva Klotz e la sua nuova formazione rimangono fino ai giorni nostri al centro di numerose polemiche: dalla definizione dei terroristi del BAS come “combattenti per la libertà”, alla pubblicazione di manifesti provocatori, come quello in cui una scopa di saggina spazza via il tricolore italiano per far posto alla bandiera del Tirolo, iniziativa che è costata alla Pasionaria una condanna per vilipendio alla bandiera. Recentemente la stessa leader altoatesina aveva partecipato ad un convegno nel contesto della festa di Pontida promossa dalla Lega Nord, peraltro sotto campagna elettorale per le elezioni europee.

Dopo questo breve excursus arriviamo al 2 dicembre scorso, data del suo addio al Landtag, dove con una standing ovation, è stata applaudita da esponenti di tutti gli schieramenti politici e dallo stesso Presidente della Provincia Arno Kompatscher.

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Lascia così il suo ruolo istituzionale una figura storica, amante di un vecchio modo di fare politica – famosa rimane la ciocca dei suoi capelli che lei stessa donò a Ruggero Benussi, ex soldato della RSI e uno tra i suoi principali nemici politici, quando questi si ritirò a vita privata – ma lascia anche diverse incognite per il futuro del suo partito: a sostituirla nel Consiglio Provinciale sarà Myriam Atz Tammerle, giovane di 34 anni, i cui obiettivi politici dichiarati sono: «La difesa delle tradizioni, l’autodeterminazione e la libertà per il Sudtirolo»; mentre potrebbe assumere un ruolo più rilevante all’interno del partito l’attuale numero due di Eva Klotz, Sven Knoll, anch’egli di 34 anni e già al centro di inchieste giornalistiche su presunti legami con l’estrema destra pangermanista europea.

In conclusione, l’addio parziale della Klotz alla militanza potrebbe quindi avere, oltre alle ragioni personali, motivazioni strategiche nel lasciare la guida del suo partito a una cerchia di giovani senz’altro fedeli alla sua linea, ma con migliori capacità espressive e propagandistiche nel contesto socio-politico contemporaneo.

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